Se vi chiedete perché #MadeForWalking non organizza più tanti eventi come prima, è perché c’è stato tanto da camminare nel 2018 e 2019, in silenzio, per circa 500 chilometri nella terra salentina. Il risultato di tanto camminare è l’aver prodotto una guida di viaggio dedicata a questa incredibile penisola, che ha tanto da far scoprire e ammirare. Di seguito l’introduzione di questa guida di viaggio che troverete cliccando qui .

 

Introduzione di “Camminare a Sud Est”

“Camminare a Sud Est” è il frutto di migliaia di passi fatti in quella penisola, lembo estremo d’Italia, chiamata Salento. Nonostante sia una meta indiscussa del turismo balneare, il Salento rimane ancora un territorio poco conosciuto e pieno di scoperte da fare. Posso dirlo da autrice della guida e da abitante del posto. Mai mi sarei aspettata di provare così tanto stupore e meraviglia dopo tanti anni vissuti da “indigena”. Una cosa è certa: le emozioni provate e le rivelazioni raccontate qui, sono avvenute grazie alla pratica del camminare, che permette di divenire un tutt’uno con il paesaggio e con i suoi abitanti. Se vorrete davvero conoscere profondamente la terra salentina, non dovrete fare altro che mettervi in cammino, considerando un’importante premessa: da storica dell’arte è stato difficile selezionare i luoghi dove mettere piede, visto l’enorme patrimonio storico-artistico di ogni singolo Comune. Non basterebbero decine di pubblicazioni per raccontare l’incredibile stratificazione delle varie epoche. Ho scelto, quindi, di raccontare alcuni siti per me cari, omettendone altri, per lasciare a voi il gusto e il piacere della scoperta. Le mappe narranti, così mi piace definirle, hanno anche lo scopo di farvi perdere un po’ alla ricerca della  vostra  strada.

Le periferie dei paesini, le stazioni ferroviarie dimenticate anche dal tempo, gli antichi tratturi, i muretti a secco, le querce di Tricase, gli ulivi secolari, il verde delle cicorie selvatiche, l’aroma dei cespugli di mirto e rosmarino, il suono delle campane che spartisce i tempi, i negozi démodé, il giallo delle piazze soleggiate e svuotate alle ore 14, il profondo silenzio dei pomeriggi nei paesini, gli sguardi indagatori dietro le persiane o dietro gli usci delle finestre, le antiche insegne di barberie, i vecchietti seduti sulle panchine davanti le chiese, il profumo del sugo fatto a casa o del fritto nei vicoli del centro, i panni stesi per strada o sulle terrazze, l’odore dei detersivi che vien fuori dalle abitazioni.. Ecco perché nasce la guida “Camminare a Sud Est”, per calarvi in questo scenario. Non tanto per raccontare, ma per portarvi nella salentinità, nel cuore di questa terra. E soprattutto per farvi rimettere piede in strade completamente dimenticate e poco battute.

Vi avverto anche di una cosa: non ho nascosto la bruttezza, anzi l’ho valorizzata con gli itinerari qui proposti, perché grazie ad essa poi apprezzerete molto di più ciò che di bello incontrerete. Lungo gli itinerari potreste trovare anche delle piccole discariche a cielo aperto, enormi uliveti malati perché colpiti dal patogeno xylella, strade provinciali utilizzate da automobilisti imprudenti , monumenti poco valorizzati e chiusi al pubblico. Solo voi però, con i vostri passi, con i vostri respiri in questi luoghi, con il vostro profondo spirito di esplorazione, potrete ridare senso e dignità a tutto questo scempio. Solo quando queste strade saranno di nuovo calpestate, e solo quando si ricomincerà a parlare di esse, ritorneranno a nuova vita.

Nello specifico la guida riporta 28 itinerari in 62 Comuni del Salento. L’obiettivo è stato quello di collegare due o più centri storici utilizzando le strade vicinali, partendo e ritornando sempre da una stazione delle Ferrovie Sud Est, per rendere i nostri spostamenti sempre più sostenibili e poco inquinanti. Quindi, anche se siete salentini, provate a lasciare l’auto a casa, e raggiungere un luogo soltanto con i vostri piedi o al massimo grazie all’antica forza delle rotaie. Anche i paesaggi visti dal finestrino di un vagone delle Ferrovie Sud Est potranno suggerirvi tante suggestioni e riflessioni. Se con voi poi porterete un quadernetto e una penna sono certa che qualcosa verrà fuori. Per ogni itinerario, inoltre, troverete il grado di difficoltà, e quando il livello salirà sarà necessario portare con voi un GPS portatile. In molti punti, infatti, non vi basterà guardare la mappa, ma avrete bisogno di geolocalizzarvi, a causa dell’assenza di segnaletica e la necessità di attraversare di campi e strade non asfaltate, in cui sarà facile perdere l’orientamento. Un’altra raccomandazione, forse la più importante: in alcuni percorsi il livello di difficoltà è alto perché è previsto l’attraversamento di strade provinciali. Non ci sarebbe nulla di pericoloso nel camminarci, ma purtroppo in pochi rispettano i limiti di velocità previsti dalla legge e alcuni tratti sono pericolosi a causa dell’inciviltà degli automobilisti. Un camminatore ha tutto il diritto di utilizzarle e il codice stradale lo obbliga solo a procedere in contro marcia, in modo tale da guardare le macchine che gli vengono incontro. In queste strade non distraetevi e rimanete vigili, cercate di camminare sempre sul bordo estremo della strada oppure percorrete le campagne ai lati. Arriverà magari un giorno in cui saremo tutti viandanti, e camminatori e ci saranno sempre meno auto. Mai perdere la speranza.Un altro importante avviso da fare è che nelle pagine che leggerete ci sarà un grande assente: il mare. Ma l’assenza può diventare comunque una forma di presenza, soprattutto in questa penisola posta all’incrocio fra due mari. Seguendo i percorsi nella guida, infatti, il mare si intravederà soltanto in poche occasioni, sentirete il suo profumo da lontano. Sarà un miraggio, come lo era per i nostri nonni e antenati. Stanchi di fatica nei campi, anche l’estate il mare non lo raggiungevano quasi mai. Poche volte in un anno. La terra assorbiva tutto il loro animo, e li richiama a sé fino all’ultima goccia di sudore. Tanto il mare era lì, pensavano. Chi lo sposta? Fate lo stesso pensiero anche voi. Anche per un solo giorno dedicatevi all’entroterra, parola così profonda, e composta da “entro-terra”. Proprio ciò che bisogna fare: un passo, due passi, mille passi in quello che è il “dentro” della terra salentina.

La guida, dunque, è un omaggio soprattutto a questo entroterra dimenticato e a tutti i nostri nonni e bisnonni che un tempo, con il loro duro lavoro, lo hanno reso un giardino meraviglioso , il vero paradiso in terra, nel mezzo fra Oriente e Occidente. Solo camminando, recuperando le storie degli anziani, fermandovi a parlare con i passanti, rimettendo piede in quelle strade che un tempo erano così frequentate e piene di umanità, potrete dire: sono diventato paesaggio. Ve lo auguro con tutta me stessa.

 

 

 

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